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Автор книги: Карло Коллоди


Жанр: Сказки, Детские книги


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18
Pinocchio ritrova la Volpe e il Gatto, e va con loro a seminare le quattro monete nel Campo dei miracoli

La Fata ha lasciato il burattino: lui ha pianto e ha urlato una buona mezz’ora, a motivo di quel suo naso che non passava più dalla porta di camera; e lei l’ha fatto per dargli una severa lezione: dire le bugie è il più brutto vizio per un ragazzo. Ma quando l’ha visto trasfigurato e con gli occhi fuori della testa dalla gran disperazione, allora ha battuto le mani insieme, e a quel segnale sono entrati in camera dalla finestra un migliaio di grossi uccelli chiamati Picchi, i quali, si sono posati tutti sul naso di Pinocchio, hanno cominciato a beccarglielo, e in pochi minuti quel naso enorme si è trovato ridotto alla sua grandezza naturale.

– Quanto siete buona, Fata mia, – ha detto il burattino, – e quanto bene vi voglio[98]98
    bene vi voglio – я вас люблю


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!

– Ti voglio bene anch’io, – ha risposto la Fata, – e se tu vuoi rimanere con me, tu sarai il mio fratellino e io la tua buona sorellina…

– Io resterei volentieri… ma il mio povero babbo?

– Ho pensato a tutto. Il tuo babbo è stato avvertito: sarà qui.

– Davvero? – ha gridato Pinocchio, saltando dall’allegrezza. – Allora, Fatina mia, se vi contentate, vorrei andargli incontro! Non vedo l’ora di[99]99
    Non vedo l’ora di – Жду не дождусь


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poter dare un bacio a quel povero vecchio, che ha sofferto tanto per me!

– Va’ pure, ma bada di non ti sperdere. Prendi la via del bosco, e sono sicura che lo incontrerai.

Pinocchio è partito: e appena entrato nel bosco, ha cominciato a correre. Ma quando era arrivato a un certo punto[100]100
    a un certo punto – в какой-то миг


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, quasi in faccia alla Quercia grande, si è fermato, perché gli è parso di aver sentito gente fra mezzo alle frasche. Difatti ha visto, indovinate chi?.. la Volpe e il Gatto.

– Ecco il nostro caro Pinocchio! – ha gridato la Volpe, abbracciandolo e baciandolo. – Come mai sei qui?

– Come mai sei qui? – ha ripetuto il Gatto.

– È una storia lunga, – ha detto il burattino, – e ve la racconterò. Sappiate però che l’altra notte, quando mi avete lasciato solo sull’osteria, ho trovato gli assassini per la strada…

– Gli assassini?.. Oh povero amico! E che cosa volevano?

– Mi volevano rubare le monete d’oro.

– Infami!.. – ha detto la Volpe.

– Infamissimi! – ha ripetuto il Gatto.

– Ma io ho cominciato a scappare, – ha continuato a dire il burattino, – e loro sempre dietro: mi hanno raggiunto e mi hanno impiccato a un ramo di quella quercia…

E Pinocchio ha accennato la Quercia grande, che era lì a due passi.

– Si può sentire di peggio? – ha detto la Volpe. – In che mondo siamo condannati a vivere! Dove troveremo un rifugio sicuro?

Nel tempo che parlavano così, Pinocchio si è accorto che il Gatto era zoppo dalla gamba destra davanti, perché gli mancava in fondo tutto lo zampetto: per cui gli ha domandato:

– Che cosa hai fatto del tuo zampetto?

Il Gatto voleva rispondere qualche cosa, ma si è imbrogliato. Allora la Volpe ha detto subito:

– Il mio amico è troppo modesto, e per questo non risponde. Risponderò io per lui. Un’ora fa abbiamo incontrato sulla strada un vecchio lupo, quasi svenuto dalla fame, che ci ha chiesto un po’ d’elemosina. Non avendo noi da dargli nemmeno una lisca di pesce, che cosa ha fatto l’amico mio? Si è staccato con i denti uno zampetto delle sue gambe davanti e l’ha gettato a quella povera bestia.

E la Volpe, nel dir così, si è asciugata una lacrima.

– E ora che cosa fai in questi luoghi? – ha domandato la Volpe al burattino.

– Aspetto il mio babbo, che deve arrivare qui di momento in momento[101]101
    di momento in momento – с минуты на минуту


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.

– E le tue monete d’oro?

– Le ho sempre in tasca.

– E pensare che, invece di quattro monete, potrebbero diventare domani mille e duemila! Perché non dai retta al mio consiglio? Perché non vai a seminarle nel Campo dei miracoli?

– Oggi è impossibile: lì andrò un altro giorno.

– Un altro giorno sarà tardi!.. – ha detto la Volpe.

– Perché?

– Perché quel campo è stato comprato da un gran signore, e da domani in là non sarà più permesso a nessuno di seminarvi i denari.

– Quant’è distante di qui il Campo dei miracoli?

– Due chilometri appena. Vuoi venire con noi? Fra mezz’ora sei là: semini subito le quattro monete: dopo pochi minuti raccogli duemila, e stasera ritorni qui con le tasche piene. Vuoi venire con noi?

Pinocchio ha esitato un poco a rispondere, perché gli sono tornati in mente la buona Fata, il vecchio Geppetto e gli avvertimenti del Grillo-parlante; ma poi ha finito con dare una scrollatina di capo[102]102
    dare una scrollatina di capo – качать головой


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, e ha detto alla Volpe e al Gatto:

– Andiamo pure: io vengo con voi.

E sono partiti.

Dopo aver camminato una mezza giornata sono arrivati a una città. Appena entrato in città, Pinocchio ha visto tutte le strade popolate di cani spelacchiati, di pecore tosate, che tremavano dal freddo, di galline rimaste senza cresta, che chiedevano l’elemosina d’un chicco di granturco, di grosse farfalle, che non potevano più volare, perché avevano venduto le loro bellissime ali colorite, e di pavoni tutti scodati.

In mezzo a questa folla di accattoni e di poveri vergognosi, passavano alcune carrozze signorili con dentro o qualche Volpe, o qualche Gazza ladra.

– E il Campo dei miracoli dov’è? – ha domandato Pinocchio.

– È qui a due passi.

Detto fatto hanno traversato la città e, usciti fuori dalle mura, si sono fermati in un campo solitario che somigliava a tutti gli altri campi.

– Ecco, – ha detto la Volpe al burattino. – Ora chinati giù a terra, scava con le mani una piccola buca nel campo, e mettici dentro le monete d’oro.

Pinocchio ha obbedito. Ha scavato la buca, ci ha posto le quattro monete d’oro che gli erano rimaste: e dopo ha ricoperto la buca con un po’ di terra.

– Ora, – ha detto la Volpe, – va’ alla gora vicina, prendi una secchia d’acqua e annaffia il terreno dove hai seminato.

Pinocchio è andato alla gora, e perché non aveva una secchia, si è levato di piedi una ciabatta e, l’ha riempita d’acqua, ha annaffiato la terra che copriva la buca. Poi ha domandato:

– C’è altro da fare?

– Nient’altro, – ha risposto la Volpe. – Ora possiamo andare via. Tu poi ritorna qui fra una ventina di minuti, e troverai l’arboscello con i rami tutti carichi di monete.

Il povero burattino ha ringraziato mille volte la Volpe e il Gatto, e ha promesso loro un bellissimo regalo.

– Noi non vogliamo regali, – hanno risposto questi due malanni. – A noi ci basta di averti insegnato il modo di arricchire, e siamo contenti.

Ciò detto hanno salutato Pinocchio e sono andati via per i fatti loro.

19
Pinocchio è derubato delle sue monete d’oro, e per castigo, si busca quattro mesi di prigione

Il burattino, ritornato in città, ha cominciato a contare i minuti; e poi, ha ripreso subito la strada che menava al Campo dei miracoli.

E mentre camminava, il cuore gli batteva forte. E intanto pensava dentro di sé: «Oh che bel signore diventerei!.. Vorrei avere un bel palazzo, mille cavallini di legno e mille scuderie, una cantina di rosoli, e una libreria tutta piena di canditi, di torte e di mandorlati».

Così fantasticando, ha giunto in vicinanza del campo, e lì si è fermato a scorgere qualche albero con i rami carichi di monete: ma non ha visto nulla. E’ andato proprio su quella piccola buca, dove aveva sotterrato i suoi zecchini, e nulla. Allora è diventato pensieroso e ha tirato fuori una mano di tasca e si è dato una lunghissima grattata di capo.

In quel mentre ha sentito una gran risata: voltatosi in su, ha visto sopra un albero un grosso Pappagallo.

– Perché ridi? – gli ha domandato Pinocchio.

– Rido, perché nello spollaiarmi mi sono fatto il solletico sotto le ali.

Il burattino non ha risposto. E’ andato alla gora e ha riempito d’acqua la solita ciabatta, si è posto nuovamente ad annaffiare la terra, che ricopriva le monete d’oro. Quando ecco un’altra risata.

– Insomma, – ha gridato Pinocchio, arrabbiandosi, – si può sapere di che cosa ridi?

– Rido di quei barbagianni, che credono a tutte le scioccherie[103]103
    le scioccherie – глупости


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e che si lasciano trappolare da chi è più furbo di loro.

– Parli forse di me?

– Sì, parlo di te; di te che sei così dolce di sale[104]104
    sei così dolce di sale – ты такой глупый


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da credere che i denari si può seminare e raccogliere nei campi. Anch’io l’ho creduto una volta. Oggi mi sono dovuto persuadere che per mettere insieme[105]105
    mettere insieme – нажить/заработать


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onestamente pochi soldi bisogna sapere guadagnare o con il lavoro delle proprie mani o con l’ingegno della propria testa.

– Non ti capisco, – ha detto il burattino.

– Pazienza! Mi spiegherò meglio, – ha soggiunto il Pappagallo. – Sappi dunque che la Volpe e il Gatto sono tornati in questo campo: hanno preso le monete d’oro sotterrate, e poi sono fuggiti come il vento.

Pinocchio è restato a bocca aperta, e non volendo credere alle parole del Pappagallo, ha cominciato con le mani e con le unghie a scavare il terreno che aveva annaffiato. E scavava, scavava, ha fatto una buca profonda, ma le monete non c’erano più.

Preso allora dalla disperazione[106]106
    Preso allora dalla disperazione – В отчаянии/Охваченный отчаянием


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, è tornato di corsa in città e è andato difilato in tribunale, per denunziare al giudice i due malandrini, che lo avevano derubato.

Il giudice era una scimmia della razza dei Gorilla: una vecchia scimmia rispettabile per la sua grave età, per la sua barba bianca e per i suoi occhiali d’oro, senza vetri, che era costretto a portare continuamente, a motivo d’una flussione d’occhi.

Pinocchio ha raccontato per filo e per segno[107]107
    per filo e per segno – во всех подробностях


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l’iniqua frode, di cui era stato vittima; ha detto il nome, il cognome dei malandrini, e ha finito chiedendo giustizia.

Il giudice l’ha ascoltato con molta benignità; ha preso vivissima parte al racconto: si è intenerito: e quando il burattino non aveva più nulla da dire, ha allungato la mano e ha suonato il campanello.

A quella scampanellata sono comparsi subito due cani mastini vestiti da giandarmi.

Allora il giudice, accennando Pinocchio ai giandarmi, ha detto:

– Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d’oro: pigliatelo dunque, e mettetelo subito in prigione.

Il burattino è rimasto di princisbecco[108]108
    è rimasto di princisbecco – остолбенел


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e voleva protestare: ma i giandarmi, a scanso di[109]109
    a scanso di – во избежание


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perditempi inutili, gli hanno tappato la bocca e l’hanno condotto in gattabuia.

E lì doveva rimanere quattro mesi: quattro lunghissimi mesi. Ma il giovane Imperatore che regnava nella città, avendo riportato una bella vittoria contro i suoi nemici, ha ordinato grandi feste pubbliche, fuochi artificiali, e in segno di maggiore esultanza, ha aperto anche le carceri e mandati fuori tutti i malandrini.

– Se escono di prigione gli altri, voglio uscire anch’io, – ha detto Pinocchio al carceriere.

– Voi no, – ha risposto il carceriere.

– Domando scusa; – ha replicato Pinocchio, – sono un malandrino anch’io.

– In questo caso avete mille ragioni, – ha detto il carceriere; gli ha aperto le porte della prigione e l’ha lasciato scappare.

20
Liberato dalla prigione, si avvia per tornare a casa della Fata; ma lungo la strada[110]110
    lungo la strada – по дороге


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trova un serpente, e poi rimane preso alla tagliola

Figuratevi l’allegrezza di Pinocchio quando si è sentito libero: è uscito subito fuori della città e ha ripreso la strada, che doveva ricondurlo alla Casina della Fata.

A cagione del[111]111
    A cagione di – По причине


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tempo piovigginoso, la strada era diventata tutta un pantano. Ma il burattino non se ne dava per inteso[112]112
    non se ne dava per inteso – не обращал внимания


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. Correva a salti, e nel correre le pillacchere gli schizzavano fin sopra il berretto. Intanto andava dicendo fra sé e sé: «Quante disgrazie mi sono accadute… E me le merito! perché io sono un burattino testardo… e voglio fare sempre tutte le cose a modo mio, senza dare retta a[113]113
    dare retta a qd — прислушиваться к кому-либо


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quelli che mi vogliono bene!.. Ma ora faccio di cambiare vita e di diventare un ragazzo ammodo e ubbidiente… E il mio babbo?.. Lo troverò a casa della Fata? È tanto tempo, pover’uomo, che non lo vedo più…E la Fata mi perdonerà la brutta azione che le ho fatta?..»

Nel tempo che diceva così, si è fermato spaventato, e ha fatto quattro passi indietro.

Che cosa ha visto?

Ha visto un grosso Serpente, disteso attraverso alla strada, che aveva la pelle verde, gli occhi di fuoco e la coda appuntata.

Impossibile immaginarsi la paura del burattino: il quale, allontanatosi più di mezzo chilometro, si è messo a sedere per aspettare.

Ha aspettato un’ora; due ore; tre ore: ma il Serpente era sempre là, e, anche di lontano, si vedeva il rosseggiare de’ suoi occhi di fuoco e la colonna di fumo che gli usciva dalla punta della coda.

Allora Pinocchio si è avvicinato a pochi passi di distanza, e facendo una vocina dolce ha detto al Serpente:

– Scusi, signor Serpente, che mi farebbe il piacere di tirarsi un pochino da una parte, tanto da lasciarmi passare?

Era lo stesso che dire al muro. Nessuno si è mosso.

Allora ha ripreso con la solita vocina:

– Deve sapere, signor Serpente, che io vado a casa, dove c’è il mio babbo che mi aspetta e che è tanto tempo che non lo vedo più!..

Ha aspettato un segno di risposta a quella domanda: ma la risposta non è venuta: anzi il Serpente, che fin allora pareva arzillo e pieno di vita, è diventato immobile. Gli occhi gli si sono chiusi e la coda gli ha smesso di fumare.

– Forse è morto?.. – ha detto Pinocchio, e ha fatto l’atto di scavalcarlo, per passare dall’altra parte della strada. Ma non aveva ancora finito di alzare la gamba, che il Serpente si è rizzato all’improvviso: e il burattino, nel tirarsi indietro spaventato, è inciampato e è caduto per terra.

E per l’appunto è caduto così male, che è restato con il capo conficcato nel fango della strada e con le gambe ritte su in aria.

Alla vista di quel burattino, che sgambettava con una velocità incredibile, il Serpente era preso da una tal convulsione di risa, che rideva, rideva, rideva, alla fine, dallo sforzo del troppo ridere, gli si è strappata una vena sul petto: e quella volta è morto davvero.

Allora Pinocchio ha ricominciato a correre per arrivare a casa della Fata. Ma lungo la strada, non potendo più reggere ai morsi terribili della fame, è saltato in un campo con l’intenzione di cogliere poche ciocche d’uva.

Appena giunto sotto la vite, crac… ha sentito stringersi le gambe da due ferri taglienti.

Il povero burattino era rimasto preso a una tagliola appostata da alcuni contadini per beccare alcune grosse faine, che erano il flagello di tutti i pollai del vicinato.

21
Pinocchio è preso da un contadino, il quale lo costringe a fare da cane di guardia a un pollaio

Pinocchio si è dato a piangere: ma erano pianti e grida inutili, perché lì all’intorno non si vedevano case e dalla strada non passava anima viva.

Intanto si è fatta notte.

Un po’ per lo spasimo della tagliola che gli segava gli stinchi, e un po’ per la paura di trovarsi solo e al buio in mezzo a quei campi, il burattino principiava quasi a svenirsi; quando a un tratto, vedendosi passare una Lucciola, l’ha chiamata e le ha detto:

– O Lucciolina, mi faresti la carità di liberarmi da questo supplizio?..

– Povero figliolo! – ha replicato la Lucciola. – Come mai sei rimasto con le gambe fra i ferri arrotati?

– Sono entrato nel campo per cogliere due grappoli di quest’uva, e…

– Ma l’uva era tua?

– No…

– E allora chi ti ha insegnato a portare via la roba degli altri?..

– Avevo fame…

– La fame, ragazzo mio, non è una buona ragione per potersi appropriare la roba che non è nostra…

– È vero, è vero! – ha gridato Pinocchio piangendo, – ma un’altra volta non lo farò più.

A questo punto il dialogo è stato interrotto da un piccolissimo rumore di passi, che si avvicinavano. Era il padrone del campo che veniva in punta di piedi per controllare la tagliola.

E la sua meraviglia era grandissima quando si è accorto che c’era rimasto preso un ragazzo.

– Ah, ladro! – ha detto il contadino, – dunque sei tu che mi porti via le galline?

– Io no, io no! – ha gridato Pinocchio. – Io sono entrato nel campo per prendere soltanto due grappoli d’uva!

– Chi ruba l’uva è capacissimo di rubare anche i polli. Ti darò una lezione da ricordartene per un pezzo[114]114
    ricordartene per un pezzo – долго будешь его помнить


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.

E ha aperto la tagliola, ha afferrato il burattino per la collottola e l’ha portato di peso[115]115
    portare di peso – нести на весу


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fino a casa.

E’ arrivato all’aia e l’ha scaraventato in terra: e tenendogli un piede sul collo, gli ha detto:

– Oramai è tardi e voglio andare a letto. I nostri conti li aggiusteremo domani. Intanto, siccome oggi è morto il mio cane che mi faceva la guardia di notte, tu prenderai subito il suo posto. Tu mi farai da cane di guardia.

Detto fatto, gli ha infilato al collo un grosso collare tutto coperto di spunzoni di ottone. Al collare c’era attaccata una lunga catenella di ferro: e la catenella era fissata nel muro.

– Se questa notte, – ha detto il contadino, – comincerà a piovere, tu puoi andare a cuccia in quel casotto di legno, dove c’è sempre la paglia che ha servito di letto per quattr’anni al mio povero cane. E ricordati di stare a orecchi ritti e di abbaiare.

Dopo quest’ultimo avvertimento, il contadino è entrato in casa chiudendo la porta: e il povero Pinocchio è rimasto sull’aia più morto che vivo, a motivo del freddo, della fame e della paura. E diceva piangendo:

– Mi sta bene!.. Purtroppo mi sta bene! Ho voluto fare lo svogliato, ho voluto dare retta ai cattivi compagni, e per questo la fortuna mi perseguita sempre… Oh vorrei rinascere un’altra volta!..

Fatto questo piccolo sfogo[116]116
    Fare uno sfogo – Излить душу


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, che gli è venuto proprio dal cuore, è entrato dentro il casotto e si è addormentato.

Упражнения

1. Выберите правильный вариант:

Il burattinaio ha dato a Pinocchio dieci monete d’oro.

Il burattinaio ha dato a Pinocchio venti monete d’oro.

Il burattinaio ha dato a Pinocchio cinque monete d’oro.

Il burattinaio ha dato a Pinocchio tre monete d’oro.


2. Вставьте пропущенное слово:

Ma non aveva ancora finito di alzare la _______, che il Serpente si è rizzato all’improvviso.

In quel mentre ha sentito una gran _______: voltatosi in su, ha visto sopra un albero un grosso Pappagallo.

Nel tempo che parlavano così, Pinocchio _______ che il Gatto era zoppo dalla gamba destra davanti.

Allora Pinocchio _______ a correre per arrivare a casa della Fata.


3. Поставьте глаголы в нужную форму:

E la sua meraviglia (essere) _______ grandissima quando (accorgersi) _______ che ci (rimanere) _______ preso un ragazzo.

(vedere) _______ un grosso Serpente, disteso attraverso alla strada, che (avere) _______ la pelle verde, gli occhi di fuoco e la coda appuntata.

Nel tempo che (dire) _______ così, (fermarsi) _______ spaventato, e (fare) _______ quattro passi indietro.

A quella scampanellata (comparire) _______ subito due can mastini vestiti da giandarmi.


4. Выберите нужный глагол:

Il povero burattino _______ mille volte la Volpe e il Gatto.

ha aiutato

ha ringraziato

ha borbogliato

ha riso


5. Ответьте на вопросы:

Perché Mangiafoco perdona Pinocchio?

Dove va Pinocchio con la Volpe e il Gatto?

Che cosa ha mangiato il burattino all’osteria?

Che cosa hanno fatto gli assassini con Pinocchio?


Ответы:

1. Il burattinaio ha dato Pinocchio a cinque monete d’oro.

2. 1. gamba. 2. risata. 3. si è accorto. 4. ha ricominciato.

3. 1. era, si è accorto, era rimasto. 2. aveva veduto, aveva. 3. diceva, si fermò, fece. 4. comparvero.

4. ha ringraziato.

22
Pinocchio scopre i ladri, e in ricompensa di essere stato fedele viene posto in libertà

Ed era già più di due ore che dormiva; quando verso la mezzanotte era svegliato da un bisbiglio e da un pissi-pissi di vocine strane. Ha messo fuori la punta del naso dalla buca del casotto, ha visto riunite a consiglio quattro bestiole di pelame scuro, che parevano gatti. Ma non erano gatti: erano faine, ghiottissimi di uova e di pollastri giovani. Una di queste faine è andata alla buca del casotto e ha detto sottovoce:

– Buona sera, Melampo.

– Io non mi chiamo Melampo, – ha risposto il burattino.

– O dunque chi sei?

– Io sono Pinocchio.

– E che cosa fai qui?

– Faccio il cane di guardia.

– Melampo dov’è? dov’è il vecchio cane, che stava in questo casotto?

– È morto questa mattina.

– Morto? Povera bestia!.. Era tanto buono!.. Ma anche te mi sembri un cane di garbo.

– Domando scusa, io non sono un cane!..

– O chi sei?

– Io sono un burattino.

– E fai da cane di guardia?

– Purtroppo: per mia punizione!..

– Ebbene, io ti propongo gli stessi patti, che avevo con il defunto Melampo: e sarai contento. Noi verremo una volta la settimana a visitare di notte questo pollaio, e porteremo via otto galline. Di queste galline, sette le mangeremo noi, e una la daremo a te, a condizione[117]117
    a condizione – при условии/с уговором


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che tu fai finta di dormire e non ti viene mai l’estro di abbaiare e di svegliare il contadino.

– E Melampo faceva proprio così? – ha domandato Pinocchio.

– Faceva così, e fra noi e lui, siamo andati sempre d’accordo. Dormi dunque tranquillamente, e stai sicuro che prima di partire di qui, ti lasceremo sul casotto una gallina pelata per la colazione di domani. Ci siamo intesi bene?

– Anche troppo bene!.. – ha risposto Pinocchio: e ha tentennato il capo in un modo minaccioso.

Quando le quattro faine sono andate al pollaio, che rimaneva appunto vicinissimo al casotto del cane; e hanno aperto a furia di denti la porticina di legno, che ne chiudeva l’entrata, lì sono sgusciate dentro, una dopo l’altra. Ma non erano ancora finite d’entrare, che hanno sentito la porticina richiudersi.

Quello che l’aveva richiusa era Pinocchio; il quale, poi ha posato davanti per maggior sicurezza una grossa pietra.

E poi ha cominciato ad abbaiare: bù-bù-bù-bù.

A quell’abbaiata, il contadino è saltato il letto, e ha preso il fucile e ha domandato:

– Che c’è di nuovo?

– Ci sono i ladri! – ha risposto Pinocchio.

– Dove sono?

– Nel pollaio.

– Ora scendo subito.

E difatti il contadino è sceso: è entrato di corsa nel pollaio, e dopo avere acchiappate e rinchiuse in un sacco le quattro faine, ha detto con accento di vera contentezza:

– Alla fine siete cascate nelle mie mani! Potrei punirvi, ma no! Mi contenterò, invece, di portarvi domani all’oste del vicino paese, il quale vi spellerà e vi cucinerà a uso lepre dolce e forte.

Quindi, avvicinatosi a Pinocchio, ha cominciato a fargli molte carezze, e, fra le altre cose, gli ha domandato:

– Com’hai fatto a scoprire il complotto di queste quattro ladroncelle? E dire che Melampo, il mio fido Melampo, non si era mai accorto di nulla!..

Ma il burattino si ricordava che il cane era morto, ha pensato dentro di sé: – A che serve accusare i morti?.. I morti sono morti, bisogna lasciarli in pace!..

– All’arrivo delle faine sull’aia, eri sveglio o dormivi? – ha continuato a chiedergli il contadino.

– Dormivo, – ha risposto Pinocchio, – ma le faine mi hanno svegliato con i loro chiacchiericci, e una è venuta al casotto per dirmi: «Se prometti di non abbaiare, e di non svegliare il padrone, noi ti regaleremo una pollastra pelata!..» Capite, eh? Perché bisogna sapere che io sono un burattino, che avrò tutti i difetti di questo mondo: ma non avrò mai quello di reggere il sacco[118]118
    reggere il sacco – быть сообщником в краже


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alla gente disonesta!

– Bravo ragazzo! – ha gridato il contadino, battendogli su una spalla. – Questi sentimenti ti fanno onore: e per provarti la mia grande soddisfazione, ti lascio libero fin d’ora di tornare a casa.


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