Текст книги "Приключения Пиноккио. История деревянной куклы. Уровень 1 / Le avventure di Pinocchio. Storia d’un burattino"
Автор книги: Карло Коллоди
Жанр: Сказки, Детские книги
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36
Finalmente Pinocchio cessa d’essere un burattino e diventa un ragazzo
Mentre Pinocchio nuotava per raggiungere la spiaggia, si è accorto che il suo babbo tremava fitto fitto.
Tremava di freddo o di paura? Chi lo sa?.. Forse un po’ dell’uno e un po’ dell’altra. Ma Pinocchio gli ha detto per confortarlo:
– Coraggio, babbo! Fra pochi minuti arriveremo a terra e saremo salvi.
– Ma dov’è questa spiaggia benedetta? – ha domandato il vecchietto. – Eccomi qui, che guardo da tutte le parti e non vedo altro che cielo e mare.
– Ma io vedo anche la spiaggia, – ha detto il burattino. – Per vostra regola[167]167
Per vostra regola – К вашему сведению
[Закрыть] io sono come i gatti: ci vedo meglio di notte che di giorno.
Il povero Pinocchio faceva finta di essere di buon umore: ma invece… invece cominciava a scoraggiarsi: le forze gli scemavano, il suo respiro diventava grosso e affannoso… insomma non ne poteva più, e la spiaggia era sempre lontana.
Si è voltato con il capo verso Geppetto, e ha detto con parole interrotte:
– Babbo mio… aiutatevi… perché io muoio!..
E padre e figliolo erano ormai sul punto di affogare, quando hanno udito una voce di chitarra scordata che ha detto:
– Chi è?
– Sono io e il mio povero babbo!
– Questa voce la riconosco! Tu sei Pinocchio!..
– Preciso: e tu?
– Io sono il Tonno, il tuo compagno di prigionia in corpo al Pescecane.
– E come hai fatto a scappare?
– Ho imitato il tuo esempio. Tu sei quello che mi hai insegnato la strada, e dopo te, sono fuggito anch’io.
– Tonno mio, tu capiti proprio a tempo! Ti prego per l’amore che porti ai Tonnini tuoi figlioli: aiutaci, o siamo perduti.
– Volentieri e con tutto il cuore. Attaccatevi tutti e due alla mia coda, e lasciatevi guidare. In quattro minuti vi condurrò alla riva.
Geppetto e Pinocchio hanno accettato subito l’invito: ma invece di attaccarsi alla coda, hanno giudicato più comodo di mettersi addirittura a sedere sulla groppa del Tonno.
– Siamo troppo pesi? – gli ha domandato Pinocchio.
– Pesi? Neanche per ombra, – ha risposto il Tonno.
Giunti alla riva, Pinocchio è saltato a terra il primo, per aiutare il suo babbo a fare altrettanto: poi si è voltato al Tonno, e con voce commossa gli ha detto:
– Amico mio, tu hai salvato il mio babbo! Dunque non ho parole per ringraziarti abbastanza! Almeno ti dò un bacio, in segno di riconoscenza eterna!..
Il Tonno ha cacciato il muso fuori dell’acqua, e Pinocchio gli ha posato un bacio sulla bocca. A questo tratto di spontanea e vivissima tenerezza, il povero Tonno, che non c’era avvezzo, si è sentito talmente commosso, che vergognandosi a farsi veder piangere come un bambino, ha ricacciato il capo sotto acqua e è sparito.
Allora Pinocchio, offrendo il suo braccio a Geppetto, che aveva appena il fiato di reggersi in piedi, gli ha detto:
– Appoggiatevi pure al mio braccio, caro babbino, e andiamo.
– E dove dobbiamo andare? – ha domandato Geppetto.
– In cerca di una casa, dove possono dare per carità un boccone di pane e un po’ di paglia che ci serva da letto.
Non avevano ancora fatti cento passi, che hanno visto seduti sul ciglione della strada due brutti ceffi, i quali stavano lì in atto di chiedere l’elemosina.
Erano il Gatto e la Volpe: ma non si riconoscevano più da quelli d’una volta. Figuratevi che il Gatto, a furia di fingersi cieco, aveva finito coll’accecare davvero: e la Volpe invecchiata, non aveva più nemmeno la coda: si è trovata costretta un bel giorno a vendere perfino la sua bellissima coda a un merciaio ambulante.
– O Pinocchio, – ha gridato la Volpe, – fai un po’ di carità a questi due poveri infermi.
– Infermi! – ha ripetuto il Gatto.
– Addio, mascherine! – ha risposto il burattino. – Mi avete ingannato una volta, e ora non mi ripigliate più.
– Credilo, Pinocchio, che oggi siamo poveri e disgraziati davvero!
– Davvero! – ha ripetuto il Gatto.
– Se siete poveri, ve lo meritate. Ricordatevi del proverbio che dice: «I quattrini rubati non fanno mai frutto». Addio, mascherine!
– Non ci abbandonare!
– …are! – ha ripetuto il Gatto.
– Addio, mascherine! Ricordatevi del proverbio che dice: «Chi ruba il mantello al suo prossimo, per il solito muore senza camicia».
E così dicendo, Pinocchio e Geppetto hanno seguito per la loro strada: finché hanno visto in fondo a una viottola, in mezzo ai campi, una bella capanna tutta di paglia, e con il tetto coperto di embrici e di mattoni.
– Quella capanna deve essere abitata da qualcuno, – ha detto Pinocchio. – Andiamo là, e bussiamo.
Difatti sono andati, e hanno bussato alla porta.
– Chi è? – ha detto una vocina di dentro.
– Siamo un povero babbo e un povero figliolo, senza pane e senza tetto, – ha risposto il burattino.
– Girate la chiave, e la porta si aprirà, – ha detto la solita vocina.
Pinocchio ha girato la chiave, e la porta si è aperta. Appena entrati dentro, hanno guardato di qua, hanno guardato di là, e non hanno visto nessuno.
– O il padrone della capanna dov’è? – ha detto Pinocchio meravigliato.
– Eccomi quassù!
Babbo e figliolo si sono voltati subito verso il soffitto, e hanno visto sopra un travicello il Grillo-parlante.
– Oh! mio caro Grillino, – ha detto Pinocchio salutandolo garbatamente.
– Ora mi chiami il «Tuo caro Grillino», non è vero? Ma ti rammenti di quando, per cacciarmi di casa tua, mi tirasti un manico di martello?..
– Hai ragione, Grillino! Scaccia anche me… tira anche a me un manico di martello…
– Io avrò pietà del babbo e anche del figliolo: ma ho voluto rammentarti il brutto garbo ricevuto, per insegnarti che in questo mondo, quando si può, bisogna mostrarsi cortesi con tutti, se vogliamo essere ricambiati con pari cortesia nei giorni del bisogno.
– Hai ragione, Grillino, e io terrò a mente la lezione che mi hai data. Ma mi dici come hai fatto a comprarti questa bella capanna?
– Questa capanna mi è stata regalata ieri da una graziosa capra, che aveva la lana di un bellissimo colore turchino.
– E la capra dov’è andata? – ha domandato Pinocchio, con vivissima curiosità.
– Non lo so.
– E quando ritornerà?..
– Non ritornerà mai. Ieri è partita tutta afflitta, e, belando, diceva: «Povero Pinocchio… ormai non lo rivedrò più… il Pescecane a quest’ora l’avrà divorato!..»
– Ha detto proprio così?.. Dunque era lei!.. era lei!.. era la mia cara Fatina!.. – ha cominciato a urlare Pinocchio, piangendo.
Poi si è rasciugato gli occhi e, preparato un buon lettino di paglia, ci ha disteso sopra il vecchio Geppetto. Poi ha domandato al Grillo-parlante:
– Dimmi, Grillino: dove potrei trovare un bicchiere di latte per il mio povero babbo?
– Tre campi distante di qui c’è l’ortolano Giangio, che tiene le mucche. Va’ da lui e troverai il latte che cerchi.
Pinocchio è andato di corsa a casa dell’ortolano Giangio: ma l’ortolano gli ha detto:
– Quanto ne vuoi del latte?
– Ne voglio un bicchiere pieno.
– Un bicchiere di latte costa un soldo.
– Non ho nemmeno un centesimo, – ha risposto Pinocchio.
– Male, burattino mio, – ha replicato l’ortolano. – Se tu non hai nemmeno un centesimo, io non ho nemmeno un dito di latte[168]168
un dito di latte – немного/чуть-чуть
[Закрыть].
– Pazienza! – ha detto Pinocchio, e ha fatto l’atto di andare via.
– Aspetta un po’, – ha detto Giangio. – Fra te e me ci possiamo accomodare. Vuoi adattarti a girare il bindolo?
– Che cos’è il bindolo?
– Gli è quell’ordigno di legno, che serve a tirare su l’acqua dalla cisterna per annaffiare gli ortaggi.
– Mi proverò…
– Dunque, tirami su cento secchie d’acqua, e io ti regalerò in compenso un bicchiere di latte.
– Sta bene.
Giangio ha condotto il burattino nell’orto e gli ha insegnato la maniera di girare il bindolo. Pinocchio si è posto subito al lavoro; ma prima di avere tirato su le cento secchie d’acqua, era tutto grondante di sudore dalla testa ai piedi. Una fatica a quel modo non l’aveva durata mai.
– Finora questa fatica di girare il bindolo, – ha detto l’ortolano, – l’ho fatta fare al mio ciuchino: ma oggi quel povero animale è in fin di vita.
– Mi menate a vederlo? – ha detto Pinocchio.
– Volentieri.
Appena che Pinocchio era entrato nella stalla ha visto un bel ciuchino disteso sulla paglia, rifinito dalla fame e dal troppo lavoro. Quando l’aveva guardato, ha detto dentro di sé:
– Eppure quel ciuchino lo conosco!
E chinatosi fino a lui, gli ha domandato in dialetto asinino:
– Chi sei?
A questa domanda, il ciuchino ha aperto gli occhi, e ha risposto balbettando nel medesimo dialetto:
– Sono Lu…ci…gno…lo…
E dopo ha richiuso gli occhi e è morto.
– Oh! povero Lucignolo! – ha detto Pinocchio a mezza voce: e si è rasciugato una lacrima che gli colava giù per il viso.
– Ti commuovi tanto per un asino che non ti costa nulla? – ha detto l’ortolano. – Che cosa dovrei fare io che l’ho comprato a quattrini contanti?
– Vi dirò… era un mio amico!..
– Tuo amico?
– Un mio compagno di scuola!..
– Come?! – ha urlato Giangio dando in una gran risata. – Come?! avevi dei somari per compagni di scuola?.. Figuriamoci i begli studi che devi aver fatto!..
Il burattino non ha risposto: ma ha preso il suo bicchiere di latte quasi caldo, e è tornato alla capanna.
E da quel giorno in poi, ha continuato più di cinque mesi a levarsi ogni mattina, prima dell’alba, per andare a girare il bindolo, e guadagnare così quel bicchiere di latte, che faceva tanto bene alla salute del suo babbo. Ha imparato a fabbricare anche i canestri e i panieri di giunco: e con i quattrini provvedeva con moltissimo giudizio a tutte le spese giornaliere. Fra le altre cose, ha costruito da sé stesso un elegante carrettino per condurre a spasso il suo babbo nelle belle giornate, e per fargli prendere una boccata d’aria[169]169
prendere una boccata d’aria – подышать свежим воздухом
[Закрыть].
Nelle veglie poi della sera, si esercitava a leggere e a scrivere. Aveva comprato nel vicino paese per pochi centesimi un grosso libro, e con quello faceva la sua lettura.
Fatto sta, che con la sua buona volontà d’ingegnarsi, di lavorare, non solo era riuscito a mantenere il suo genitore sempre malaticcio, ma per di più aveva potuto mettere da parte anche quaranta soldi per comprarsi un vestitino nuovo.
Una mattina ha detto a suo padre:
– Vado qui al mercato vicino, a comprarmi una giacchettina, un berrettino e un paio di scarpe.
E uscito di casa, ha cominciato a correre tutto allegro e contento. Quando a un tratto ha sentito chiamarsi per nome: e voltandosi, ha visto una bella lumaca che sbucava fuori dalla siepe.
– Non mi riconosci? – ha detto la Lumaca.
– Mi pare e non mi pare…
– Non ti ricordi di quella Lumaca, che stava per cameriera con la Fata dai capelli turchini? non ti rammenti di quella volta, quando sono scesa a farti lume e che tu sei rimasto con un piede confitto nell’uscio di casa?
– Mi rammento di tutto, – ha gridato Pinocchio. – Rispondimi subito, Lumachina bella: dove hai lasciato la mia buona Fata? che fa? mi ha perdonato? si ricorda sempre di me? mi vuol sempre bene? è molto lontana di qui? potrei andare a trovarla?
A tutte queste domande la Lumaca ha risposto con la sua solita flemma.
– Pinocchio mio! La povera Fata giace a letto allo spedale!..
– Allo spedale?..
– Purtroppo. Colpita da mille disgrazie, si è gravemente ammalata, e non ha più da comprarsi un boccone di pane.
– Davvero?.. Oh! che gran dolore che mi hai dato! Oh! povera Fatina! povera Fatina! Povera Fatina!.. Io non ho che quaranta soldi… eccoli qui: andavo giusto a comprarmi un vestito nuovo. Prendili, Lumaca, e va’ a portarli subito alla mia buona Fata.
– E il tuo vestito nuovo?..
– Che mi importa del vestito nuovo? Venderei anche questi cenci che ho addosso, per poterla aiutare! Va’, Lumaca, e spicciati: e fra due giorni ritorna qui, ché spero di poterti dare qualche altro soldo. Finora ho lavorato per mantenere il mio babbo: da oggi in là, lavorerò cinque ore di più per mantenere anche la mia buona mamma. Addio, Lumaca, e fra due giorni ti aspetto.
Quando Pinocchio è tornato a casa, il suo babbo gli ha domandato:
– E il vestito nuovo?
– Lo comprerò un’altra volta.
Quella sera Pinocchio, invece di vegliare fino alle dieci, ha vegliato fino alla mezzanotte sonata: e invece di far otto canestri di giunco, ne ha fatti sedici.
Poi è andato a letto e si è addormentato. E gli è parso di vedere in sogno la Fata, tutta bella e sorridente, la quale, dopo avergli dato un bacio, gli ha detto così: «Bravo Pinocchio! In grazia del tuo buon cuore, io ti perdono tutte le monellerie che hai fatto fino a oggi. I ragazzi che assistono i propri genitori nelle loro miserie, meritano sempre gran lode, anche se non possono essere citati come modelli d’ubbidienza e di buona condotta. Metti giudizio per l’avvenire, e sarai felice».
A questo punto il sogno è finito, e Pinocchio si è svegliato.
Ora immaginatevi voi quale è stata la sua meraviglia quando si è accorto che non era più un burattino di legno: ma che era diventato, invece, un ragazzo come tutti gli altri. Ha dato un’occhiata all’intorno e invece delle solite pareti di paglia della capanna, ha visto una bella camerina ammobiliata con una semplicità quasi elegante. Saltando giù dal letto, ha trovato preparato un bel vestiario nuovo, un berretto nuovo e un paio di stivaletti di pelle.
Appena si era vestito, gli è venuto fatto naturalmente di mettere le mani nelle tasche e ha tirato fuori un piccolo portamonete d’avorio, sul quale erano scritte queste parole: «La Fata dai capelli turchini restituisce al suo caro Pinocchio i quaranta soldi e lo ringrazia tanto del suo buon cuore». Invece dei 40 soldi di rame, ci luccicavano quaranta zecchini d’oro.
Dopo è andato a guardarsi allo specchio, e gli è parso d’essere un altro. Non ha visto più riflessa la solita immagine della marionetta di legno, ma ha visto l’immagine vispa e intelligente di un bel fanciullo con i capelli castagni, con gli occhi celesti e con un’aria allegra.
In mezzo a tutte queste meraviglie, che si succedevano, Pinocchio non sapeva più nemmeno lui se era desto davvero o se sognava sempre a occhi aperti.
– E il mio babbo dov’è? – ha gridato: ed entrato nella stanza accanto ha trovato il vecchio Geppetto sano, arzillo e di buon umore, come una volta, il quale, avendo ripreso subito la sua professione d’intagliatore, stava disegnando una bellissima cornice ricca di fogliami, di fiori e di testine di diversi animali.
– Levatemi una curiosità, babbino: ma come si spiega tutto questo cambiamento improvviso? – gli ha domandato Pinocchio saltandogli al collo e coprendolo di baci.
– Questo improvviso cambiamento in casa nostra è tutto merito tuo, – ha detto Geppetto.
– Perché merito mio?..
– Perché quando i ragazzi, di cattivi diventano buoni, hanno la virtù di far prendere un aspetto nuovo e sorridente anche all’interno delle loro famiglie.
– E il vecchio Pinocchio di legno dove si sarà nascosto?
– Eccolo là, – ha risposto Geppetto: e gli ha accennato un grosso burattino appoggiato a una seggiola, con il capo girato su una parte, e con le gambe incrocicchiate e ripiegate a mezzo, da parere un miracolo se stava ritto.
Pinocchio si è voltato a guardarlo; e ha detto dentro di sé con grandissima compiacenza:
– Com’ero buffo, quand’ero un burattino! e come ora sono contento di essere diventato un ragazzino perbene!..
Итальянско-русский словарь
A
abacom – счетная доска, счет
abbaiare – лаять
abballottare – подбрасывать, трясти
abbandonare – покидать, оставлять
abbassare – опускать
abbecedariom – букварь
abbellire – украшать
abbindolare – запутывать, обманывать
abboccare – хватать ртом
abbracciamentom – объятие
abilitàf – умение, способность
accadere – случаться
accarezzare – ласкать, гладить
accattonem – нищий, попрошайка
accavallarsi – нагромождаться
accecare – ослепнуть
accendere – зажигать
accennare – подавать знак, кивать головой
acciuffarsi – подраться, вцепиться
acciugaf – анчоус
accorgersi – замечать
accostare – приближать
accostarsi – приближаться
accusare – обвинять
acquistom – приобретение, покупка
adattarsi – приспосабливаться, приноравливаться
addormentarsi – засыпать
addosso – на себе, совсем близко
affacciarsi – показываться, выглядывать
affannoso – тяжелый, затрудненный
affaticarsi – утомляться, напряженно работать
afferrare – хватать, ловить
affettuoso – ласковый
affibbiare – застегивать на пряжку, наносить удары
affilato – отточенный, острый
afflitto – печальный
affogare – тонуть, задыхаться
affollare – толпиться, устраивать давку
affondare – погружать в воду, пускать ко дну
agghindare – изысканно одевать
aggiustare – поправлять, улаживать
aggranchiato – окоченелый
agguantare – крепко схватить
agguantarsi – хвататься
agnellinom – овечка
aiaf – гумно (овин, сарай)
aizzare – натравить
alaf – крыло
alabastrom – алебастр (гипс)
albaf – заря
albicoccaf – абрикос
alitare – дышать, слегка веять
allampanato – худой
allontanarsi – отдалиться, отойти
altrettanto – столько же, тоже
amaro – горький
ambulante – бродячий
amicare – приучать, сближать
ammaestrare – обучать
ammazzare – убивать
ammodo — порядочный, воспитанный, осторожно
ammonire – предостерегать
ammutolire – терять дар речи
angolom – угол
anguillaf – угорь
animalettom – зверек
annaffiare – поливать
annaspare – размахивать, путаться
ansante – задыхающийся
anzi — напротив
apef – пчела
appagare – удовлетворять
appannarsi – потускнеть, помутнеть, затуманиться
apparizionef – появление
appena – едва
appicciare – скреплять, соединять
appoggiare – прислонить
appollaiarsi – пристроиться, садиться на насест
apposta – нарочно
appostare – подстерегать
appropriare – присваивать
appuntato – острый
arboscellom – деревце
ardito — смелый
armadiom – шкаф
arnesem – инструмент
arrampicarsi – карабкаться
arricchire – обогащать
arrostom – жаркое
arrotato – наточенный
arruffiom – путаница, суматоха
artificiale — искусственный
arzillo – бодрый
asciaf – топор
asciataf – удар топором
asciutto – сухой, сухощавый, сухопарый
asinellom – ослик
asinom – осел
asmaf – астма
assaggiare – пробовать
assassinom – убийца
assistere – помогать
attaccarsi – прикрепляться
attaccaturaf – соединение
attentarsi – осмеливаться
attorcigliare – скручивать
auguriom – предсказание
avoriom – слоновая кость
avvedersi – замечать, догадываться
avventarsi – бросаться, кидаться
avvertimentom – предупреждение
avvertire – предупреждать
avvezzarsi – привыкать
avvezzo – привыкший
avviarsi – отправляться в путь
avviticchiarsi – обвиваться
azzannare – кусать, хватать зубами
azzoppire – охрометь
B
babbom – папа
baciare – целовать
baffom – ус
bagnare – мочить, увлажнять
bagnato – мокрый, промокший
balbettare – запинаться, заикаться
baloccom – игрушка
baluginare – мерцать
bambinom – ребенок, мальчик
bancom – верстак, прилавок, скамья
baraf – похоронные носилки
baracconem – балаган
baraondaf – толкотня
barbagiannim – дурень
barberom – берберийский скакун
barchettaf – лодочка
barcollare – качаться, шататься
barricare – баррикадировать
bastimentom – судно, корабль
bastonataf – удар палкой
bastonem – палка, опора, поддержка
battagliaf – сражение
battentem – дверной молоток
battere — стучать, бить
battibeccom – перепалка, перебранка
bazzaf – острый подбородок
bazzicare – водить знакомство
beccare – клевать, схватить
becchinom – могильщик
beccom – клюв
belare – блеять
benedetto – желанный, благословенный
benefattricef – благодетельница
benignitàf – благодушие
berlicchem – дьявол
berrettom – берет, головной убор, ночной колпак
bestiolaf – зверек
biancheggiare – белеться, белить
bighellonem – бездельник
bigio – серый
bindolom – мотовило, водоподъемник
birbaf – негодяй, мерзавец
birichinataf – шалость, озорство
bisbigliare – шептать
bisticciare – ссориться, вздорить
bizzaf – вспышка гнева
bizzoso – вспыльчивый
bocconem – кусок, глоток
bollire – кипеть
borbottare – ворчать, бормотать
boscom – лес
bottaf – удар
bottegaf – мастерская
bottonem – пуговица
bracef – жар, горящие угли
brancom – стадо, толпа, шайка
brancolare — идти на ощупь
brigantem – разбойник
brigliaf – поводья, вожжи
brizzolato – пестрый, с проседью
broccaf – кувшин
brontolare – ворчать
bruciato – сгоревший
brulichiom – кишение
bubbolom – колокольчик
bucciaf – кожура
bucom – дыра
buem – тупица, невежда
buffataf – порыв ветра
buffonem – шут
bugiaf – ложь
bugiardom – лжец
burattinaiom – кукольник
burattinom – марионетка
burbero – угрюмый, ворчливый
burlare – подшутить
burrascaf – буря, шторм
buscarsi – добывать себе
bussare – стучать
buttare – бросать, кидать, выбрасывать
C
cacciare – охотиться, гнаться, бросать, испускать крик
caciom – сыр
cagionare – причинять
calamaiom – чернильница
calare – опускать
calarsi – спускаться, опускаться
calcinaf – известка
calciom – удар ногой, пинок
caldanom – жаровня
calunniaf – клевета
cameliaf – камелия
caminettom – камин
campagnaf – сельская местность, поле
campanellom – колокольчик
campare – избавлять, спасать, существовать, жить
candido – белоснежный
canditom – цукат
cane-barbonem– пудель
canestrom – корзина, лукошко
cantinaf – погреб
cantucciom – горбушка
canzonare – насмехаться
canzonaturaf – насмешка
capace – способный
capannaf – хижина
capitare – случаться
capitolom – глава (книги)
capom – голова
cappellom – шляпа
caprettom – козленок
capricciom – каприз
carabinierem – карабинер
carbonaiom – угольщик
carbonem – уголь
carcerierem – тюремщик
carezzevole – ласковый
carico – нагруженный
caritàf – милосердие
caritevole – милосердный
carponi – на четвереньках
carrettom – тележка
carrieraf – карьер (аллюр лощади)
carrom – повозка
carrozzaf – карета
cartapecoraf – пергамент
cartoncinom – тонкий картон
casaccaf – куртка
casamentom – большой дом
casiglianom – сосед по дому
casottom – будка
cassaf – барабан
cassettaf – облучок
castagno – каштановый, светло-коричневый
castigom – наказание
catastaf – штабель, куча
catenellaf – цепочка
catinellaf – тазик
cavalcaturaf – скакун
cavallonem – морской вал
cavare – рыть
cavezzaf – узда
cavolfiorem – цветная капуста
cedere – уступать
ceffom – морда
celebre – знаменитый
celeste – небесно-голубой
ceneref – зола, пепел
ceraf – воск
cespugliom – кустарник
cessare – кончаться, прекращаться
chetare – успокаивать
chetarsi – успокоиться, умолкнуть
chiacchiericciom – шумная болтовня
chiaraf – белок
chiarorem – слабый свет
chiassom – шум, гам
chiccom – зерно
chinarsi – наклоняться
chiodom – гвоздь
ciabattaf – туфля без задника
ciarlaf – болтовня
cieco – слепой
ciglionem – насыпь
cigolare – скрипеть, трещать
ciliegiaf – вишня
ciondoloni – в висячем положении
ciottolom – булыжник, галька
circostante – окружающий
ciuchinom – ослик
ciucom – осел
civettaf – сова
cocchierem – кучер
collaf – клей
collanaf – ожерелье
collarem – ошейник
colleraf – гнев
collinaf – холм
collottolaf – затылок, загривок
colombaiaf – голубятня
colonnaf– столб
colpaf – вина, проступок
coltellacciom – большой нож
coltellom – нож
combattimentom – сражение
commovente – волнующий
comparem – кум, приятель, друг
compassionef – жалость, сострадание
compatire – сочувствовать
compiacenzaf – удовлетворение, удовольствие, любезность
complimentoso – любезный
complottom – заговор
comporre – составлять, класть
comunale – городской
concaf – таз
condannare – осуждать, приговаривать
condito – приправленный
condurre – водить, отводить
conficcare – вбивать
confortare – утешать
conigliom – кролик
consolare – утешать, поддерживать
consolarsi – утешаться
consolazionef – утешение
contentarsi — довольствоваться
contentezzaf – удовлетворенность, радость
contornom – гарнир
contraddire – противоречить
conversazionef – разговор
coraggiom – мужество
corbellom – корзинка
cornicef – рама
correggere – исправлять
corvom – ворон
cospicuo – заметный, явный
costaggiù – там внизу
costolaf – корешок
creanzaf – воспитанность
cremisi – кармазинный цвет, темно-красный
crepacuorem – скорбь
crestaf – гребень, гребешок
crinieraf – грива
crocchiare – хрустеть
crudo – сырой
cuccagnaf – изобилие
cucciaf – собачья подстилка
cupo – глубокий
cuscinom – подушка
D
daccapo – снова
davanzalem – подоконник
defunto – покойный
denunziare – заявлять
derisorio – насмешливый
descrivere – описывать, изображать
deserto – пустынный
desto – бодрствующий
difilato – прямо, немедленно
digerire – переваривать (пищу)
digrossare – обтесывать
diluviare – лить как из ведра
dimenare – махать, размахивать
dimolto – многочисленный, значительный
dinanzi – впереди, спереди
dipinto – разрисованный
dipoi – после того
disagiom – неудобство, затруднение
discorrere – разговаривать
disgraziaf – несчастье
disparire – исчезать
disperarsi – отчаиваться
disteso – растянутый
distinto – отчетливый
divertirsi – развлекаться
divincolarsi – извиваться
dolere – болеть, причинять боль
dondolare – качать, раскачивать
dunque – итак
E
eccellenzaf – превосходительство
ecom – эхо
educato – воспитанный
elemosinaf – милостыня
embricem – плоская черепица
eppure – однако
equestre – конный
erbaf – трава
esitare – колебаться, сомневаться
estrom – стимул
esultanzaf – ликование
evviva – да здравствует
F
fabbricare – изготавливать
fagottom – тюк, сверток
fainaf – куница
falcom – сокол
falegnamem – столяр
fangom – грязь
fantasticare – фантазировать
farfallaf – бабочка
fastellom – связка, пук
favorem – одолжение, услуга
fazzolettom – платок
fedele – верный, преданный
fermare – останавливать
fesso – расколотый, разбитый
fettaf – ломоть, кусок
fiammataf – вспышка пламени
fiammiferom – спичка
fiascom – неудача
fiatom – дыхание
fibbiaf – пряжка, застежка
ficcare – вбивать
ficcarsi – засовывать
fienom – сено
fieraf – ярмарка
figliolom – сынок
figurarsi – представлять себе
filom – нитка, линия, ряд
finef – конец
fioco – слабый
fiorito – расписанный цветами
fischiare – свистеть
flagellom – бич
flussionef – воспаление
focolarem – очаг
foderaf – подкладка
fogaf – пыл
fogliamef – листва
folto – густой
forbicif pl – ножницы
formicolaf – муравей
formicolare – кишеть
fossom – яма, канава
fradicio – мокрый, сырой
frascaf – ветка
fratellanzaf – братство
frettaf – спешка
frittataf – яичница
frodef – обман
frontef – лоб
frugare – рыться
frusciom – шелест
frustaf – кнут
frustagnom – бумазея (хлопчатобумажная ткань)
frustataf – удар кнутом
fucilem – ружье
fuggire – убегать
fulminato – пораженный молнией
fumom – дым
funef – верёвка
furbo – хитрый
furfantem – негодяй
furiaf – гнев, ярость
fustom – ствол
G
galaf – праздник
galleggiare – плавать на поверхности, всплывать
garaf – состязание
garbatezzaf – вежливость, любезность
garbom – вежливость, манеры
garzone di stallam – конюх
gattabuiaf – каталажка
gazzaf – сорока
germogliare – прорастать
gesticolare – жестикулировать
ghiacciom – лед
ghiaiaf – гравий, щебень
ghiotto – жадный, вкусный
ghiottoneriaf – лакомство
ghirom – соня, сурок
giacchettaf – жакет, куртка
giacere – лежать
ginocchioni – на коленях
giornaliero – ежедневный
giubbaf – куртка
giubbettom – спортивная куртка
giucco – глупый
giudiziom – суждение
giuncom – камыш
giungere – приходить, достигать
giunturaf – соединение, сустав
giurare – клясться
giustiziaf – справедливость
gocciolaf – капля
gomitom – локоть
gongolare – наслаждаться
gonzom – простофиля, глупец
goraf – оросительный канал
gradito – приятный, желанный
graffarsi – уцепиться
grancassaf – большой барабан
granchiom – краб
grandinare – падать (о граде)
granturcom – кукуруза
grappolom – гроздь
grattarsi – чесаться
grattataf – чесание
grattato – тертый
greppiaf – кормушка
greppom – обрыв
grillom – сверчок
grinfiaf – коготь, лапа
grondante – насквозь промокший
groppaf – спина, круп
grullom – простофиля
guadagnare – зарабатывать
guadagnarsi – зарабатывать
guancialem – подушка
guarito – выздоровевший
guisaf – лад, манер
gusciom – скорлупа, шелуха
I
illustrissimo – глубокоуважаемый
imbacuccare – кутать, закутывать
imbasciataf – известие
imbattersi – случайно встретиться
imbestialito – разъяренный
imbrogliarsi – запутываться
imbroglionem – обманщик
imburrare – намазывать маслом
immenso – необъятный
impadronirsi – овладевать
impaurito – испуганный
impazientirsi – терять терпение
impedire – мешать, препятствовать
impegnom – усердие, прилежание
impensierito – встревоженный
impermalito – обиженный
impertinente – дерзкий
impertinenzaf – дерзость
impetom – порыв, натиск
impetuoso – бурный, стремительный
impiccare – вешать (казнить)
impietosire – вызывать жалость
impietosirsi – растрогаться
incantato – зачарованный
inchiostrom – чернила
inciampare – спотыкаться, наталкиваться
incominciare – начинать
incoraggiare – ободрять
incredibile – невероятный
indovinare – угадывать
indugiare – медлить
industrioso – искусный, умелый
infame – гнусный
infarinare – посыпать мукой
infelice – несчастный
infermo – больной
infernom – ад
inferocirsi – ожесточаться
infilare – направляться, идти, одеваться
ingegnarsi – стараться
ingegnom – ум
iniquo – незаконный
inseguire – гнаться, преследовать
insolente – нахальный
insomma – в общем
intagliare – резать, вырезать
intendere – понимать
intenerirsi – размягчаться
interlocutorem – собеседник
interrompere – прерывать
intimare – требовать
intirizzito — оцепеневший, застывший, окоченевший
intontire – ошеломлять
intorno – вокруг
intrecciare – заплетать
involontario – непроизвольный
inzuppare – размачивать
irrequieto – беспокойный
istruire – учить, обучать
L
lacrimaf – слеза
laggiù – там внизу
lamaf – лезвие
lamentarsi – жаловаться
lampeggiare – сверкать (о молнии)
lampom – молния
lanternaf – фонарь
lavamanom – умывальник
leccarsi – облизываться
legare – связывать
legnaiolom – плотник
lenaf – дух, бодрость
lenzuolom – простыня
leprem – заяц
lesto – скорый, быстрый
levaf – рычаг
levarsi – вставать, подниматься
libraiom – книжный шкаф
lidom – побережье
liscaf – рыбья косточка
lisciare – приглаживать
lividom – синяк
livreaf – ливрея
lodare – хвалить
lodef – похвала
lucciolaf – светлячок
lucignolom – фитиль
lumacaf – улитка
lumem – свет
lussom – роскошь
lustro – блестящий
M
madreperlaf – перламутр
magari – пожалуй
magnifico – великолепный
malandrinom – разбойник
malaticcio – болезненный
malattiaf – болезнь
malinconiaf – меланхолия
manciataf – горсть
mandorlatom – миндальная нуга
manesco – драчливый
mangiapanem – дармоед, нахлебник
manicom – рукоятка
mantellom – плащ
mariuolom – мошенник
marmottaf – сурок
martellom – молоток
mascherinaf – маска
masticare – жевать
mastinom – мастиф
matto — сумасшедший
mattonem – кирпич
maturo – зрелый, спелый
medesimo – тот же
medicamentom – лекарство
mellifluo – медоносный
menare – водить, вести
meravigliaf – удивление
meraviglioso – удивительный
meritare – заслуживать
merlom – черный дрозд
midollaf – хлебный мякиш
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